dall’annosa tua man’ la fanciulla.
Or tu corri alle navi, agli altari
corri, pròstrati supplice ai piedi
d’Agamènnone, e invoca i Celesti,
i Superi, e gl’Inferi.
Infatti, o potrai con le preci
impedire che tu resti orbata
della misera figlia, o rovescia
cader la vedrai sopra il tumulo,
vermiglia del sangue sgorgante,
fra gli ori che le ornan la gola,
con rivolo negro.
ecuba
Me tapina, che cosa dirò?
che grido, che gemito devo
lanciare? O me trista
per la trista vecchiaia e la grave
servitú ch’io non so tollerare.
Ahi me misera! Chi mi difende,
qual città, quali figli?
Il vecchio mio sposo è sparito,
i figli spariti.
Per che via devo muover? Per questa?
per quella? Ove debbo gittarmi?
Qualche Dèmone c’è, qualche Dio,
che soccorso mi porga? O Troiane,
che tristi, che tristi cordogli
m’avete annunciati, la morte
inflitta m’avete, la morte:
piú non amo la luce del giorno.
O misero piede, sii guida,