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Il Patin, a proposito dell’Ecuba e de Le Tròadi, che accomuna nel suo studio, scrive: «Queste due tragedie non sono che quadri, quadri simili a quelle immense e complesse rappresentazioni del Pecíle d’Atene e del Lesche di Delfi, dove il pennello di Polignoto aveva espresso, ispirandosi ai poeti ciclici, i medesimi soggetti. A quei quadri poté bene ispirarsi Euripide».

Il confronto, certo suggestivo, calza piú per Le Tròadi che non per l’Ecuba. Perché i due drammi, ad onta di quanto può farci credere una prima impressione, sono assai differenti.

Vero è che anche i punti di somiglianza son molti.

Primo e principalissimo, in entrambi c’è la medesima protagonista, e in entrambi sta in scena dal principio alla fine.

Uguale in entrambi la scena: l’accampamento degli Achei su la spiaggia del mare (qui nella Tròade, lí nella Tracia), e precisamente dinanzi alle tende dove son rinchiuse le prigioniere troiane.

E tanto nell’Ecuba quanto nelle Tròadi, il coro è formato di schiave troiane partecipi della sventura e dello strazio di Ecuba. E simile il contenuto delle parti corali in funzione