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ecuba
Non son tutt’uno vivere e morire.
La morte è il nulla; ma chi vive spera.
andromaca
Non son le tue parole ineccepibili,
o madre. Odimi e in cuor qualche sollievo
accoglierai. Morire e non esistere
la stessa cosa, dico io, sono; e meglio
vale morir, che turpemente vivere.
Niun male sente e niun dolore un morto;
ma chi, beato un dí, piomba in miseria,
l’alma si danna, ripensando al tempo
della ventura. Polissena, come
se mai la luce vista non avesse,
è spenta, e nulla piú sa dei suoi mali.
lo, che alla buona fama ebbi la mira,
poi che l’ottenni, tanto piú frustrata
fui da fortuna. Quante si registrano
femminili virtú, tante solevo
esercitarne nella casa d’Ettore.
E prima, i luoghi ove una donna, solo
con la presenza, o buono o tristo sia
il suo contegno, mal nome s’attira,
io ne scacciai la brama, e in casa stetti.
E in casa non lasciai che penetrassero
le adorne ciance femminili; e il senno
maestro ottimo avendo, a me bastai.
E sereno lo sguardo e muto il labbro
al mio sposo offerivo; e ben sapevo