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ELETTRA 11

questa sua non simpatica mania, e vuole anzi bene specificato che nella sua condotta cavalleresca Auturgo agisce solo per nobiltà d’animo.

oreste


Teme d’Oreste la vendetta, intendo.

elettra


Certo, la teme; ma per giunta è probo.


Sicché, per lui bisogna fare un ragionamento in certo senso contrario a quello fatto per Elettra, per Clitemnestra e per Egisto, e che si può anche ripetere per Oreste. Mentre Auturgo non ha verun obbligo d’essere eroe, personaggio da tragedia, la sua condotta invece è tale che lo eleva sicuramente alla sfera dell’eroismo. È difatti la figura che piú ci rimane impressa. E vederlo sparire, appena presentato, ci lascia insoddisfatti e delusi. Fra gli oblii letterarii è questo uno dei piú incresciosi.

Meno nel vero mi sembrano i critici (a capo il Weil) che vogliono ravvisare in lui un simbolo della democrazia, che dunque Euripide avrebbe qui esaltata, ponendola di fronte e a detrimento della aristocrazia, con una intenzione esplicitamente messa in rilievo nel monologo d’Oreste. Non mi sembra che sia proprio cosí. In quello stesso monologo, Oreste non conclude, come tanti illusi della democrazia, che il buono c’è solamente nel popolo: anzi dice chiaro e tondo che nella povertà è già insito un morbo, e che il bisogno è consigliere di mali. E conclude, assai filosoficamente, che

tutti gli eventi regge il caso, e al caso
bisogna abbandonarli.