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LE TROADI 131


Antistrofe
E tutti alle porte
accorsero i Frigi,
stupiti ammirando
l’agguato dei Dànai,
nel pino montano foggiato; e alla Vergine
ambrosia, che giogo non sa, lo donarono,
a pari di scafo di negro naviglio
con funi di lino l’addussero
alle sedi marmoree di Pallade,
al suolo che scorrer doveva
del sangue dei nostri.
E sopra il travaglio ed il gaudio
calò la notturna caligine.
E il flauto di Lidia suonò,
e i canti di Frigia; e le vergini,
dei pie’ fra l’aereo scalpito,
levarono un cantico lieto.
E il baglior delle faci, irrompendo
nelle case, il fulgore languente
sopiva dei fuochi domestici.

Epodo
Frattanto io, nel tempio
d’Artèmide alpestre, la vergine
figliuola di Giove,
cantavo, danzavo; ed un ululo
sanguineo s’effuse per tutta
la città, per le strade di Pergamo.
I pargoli cari tendevano
le mani sgomente,
a stringere i pepli alle madri;