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purpureus pannus, qualche osservazione personale, quasi sempre giusta ed acuta, talora troppo sottile e sofistica, su costumi contemppranei e su problemi varii, dalla fisiologia a a politica.

Il Patin ha osservato, con rilievi secondo me giusti, che il delirio d’Oreste, al contrario di tanti altri delirii di tragedia, convenzionali e di maniera, è descritto con precisione scientifica.

Un capolavoro è l’analisi che fa Menelao della psicologia popolare. Si potrebbe definire un manuale del perfetto demagogo. E il problema della psicologia popolare e della demagogia dové specialmente assillare lo spirito del poeta mentre egli scriveva l’Oreste. Oltre a queste osservazioni di Menelao, e oltre l’intera sua figura, che è appunto gittata nello stampo d’un demagogo, abbiamo anche acute osservazioni di Oreste, e, soprattutto, la pittura dell’assemblea in cui viene giudicato e condannato il matricida. Una scena tolta di peso alla vita politica contemporanea, e che non potrebbe essere piú evidente, piú colorita ed efficace. E in essa i due tipi, del contadino amante della tradizione, e del demagogo, sono scolpiti con finezza ed acutezza mirabili. Al secondo, tutti gli Ateniesi potevano facilmente attribuire un vero nome.

Particolari bellissimi, dai quali riescono affermate, anche una volta, la sagacia d’Euripide, e la sua capacità potenziale, che d’altronde aveva trovata attuazione in tanti altri drammi, di crear caratteri. Ma che nei riguardi dell’Oreste, concludono ben poco.

Fra queste linee è concluso, da questi fattori è, piú o meno, determinato l’Oreste. Giova tuttavia dare un’occhiata ai soliti euripidismi, alcuni dei quali assumono in questo dramma intensità e valore speciali.