posto in oblio, la vuole ora Agamènnone
sposa furtiva del suo letto. Addio,
città che fosti un dí felice, addio,
bella cerchia di torri. Ove odiata
Pallade non ti avesse, ancor saresti.
Appare Atena.
atena
Essere può che al consanguineo piú
prossimo al padre mio, possente Demone,
e fra i Numi d’onor segno, deposta
l’inimicizia antica, ora io favelli?
posidone
Certo, Atena. Parlar coi consanguinei
non piccola lusinga è per i cuori.
atena
Approvo l’umor tuo mite, e parole
favellerò ch’entrambi c’interessano.
posidone
Forse da parte degli Dei? Consiglio
nuovo di Giove, o di qual mai fra i Dèmoni?