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I dubbii sull’autenticità del Reso cominciarono assai presto. Li accoglie esplicitamente l’autore di un antico «argomento» al dramma: «Questo dramma alcuni lo reputano spurio, non d’Euripide, perché presenta piuttosto il carattere sofocleo». D’allora in poi, la questione è stata ripresa ed agitata in tutti i sensi, senza giungere, ed era pressoché impossibile, ad una conclusione obiettiva. Lasciamola un po’ da parte, e cerchiamo di cogliere le caratteristiche del dramma.
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C’è, intanto, nel Reso, un elemento di prim’ordine, sfuggito, a quanto mi pare, o non abbastanza né giustamente rilevato dai critici; ed è la pittura dell’ambiente in cui si svolge l’azione: la notte.
Era un po’, pei drammaturghi greci, un frutto proibito, perché le rappresentazioni si svolgevano di giorno e all’aria aperta. Poiché in tali condizioni non si poteva dar l’illusione dell’oscurità, erano costretti a concepir sempre nella luce diurna le scene dei loro drammi.