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IFIGENIA IN AULIDE 79

vere mònadi drammatiche. O, se si preferisce, fusti che unici e diritti si levano dal terreno della leggenda, senza aprirsi in rami.

Ma se osserviamo l’Ifigenia in Aulide di Euripide, vediamo che, súbito al pie’ di ciascun fusto, son germogliati uno o piú polloni.

Agamennone non ha il coraggio di far conoscere a tutti la sua orribile decisione, e per far venire la figliuola ad Aulide inventa lo stratagemma delle infinte nozze con Achille.

Menelao non partecipa, come in Eschilo, lo strazio del fratello, ma, con un duro egoismo, vuole che la fanciulla sia uccisa. Onde l’appostamento del servo inviato da Agamennone a Clitemnestra, e il sequestro della lettera.

In séguito a tale contrattempo, Clitemnestra arriva al campo senza esser prevenuta. E Agamennone che si appiglia di nuovo al partito d’immolare la figlia, seguiterebbe a mantenerla nell’ignoranza.

Se non che, arriva per sollecitare Agamennone alla partenza, Achille, che non sa nulla dello stratagemma delle nozze, e s’imbatte in Clitemnestra. Il colloquio fa nascere in entrambi sospetti, che però sarebbero destinati a rimanere indeterminati, se non sopravvenisse il vecchio servo di Agamennone e di Clitemnestra, che svela ad entrambi l’orribile segreto.

Il giovane eroe promette di salvar la fanciulla. E manterrebbe. E quando sappiamo che Ulisse a capo d’una schiera d’armati si appresta a venire a strappar la fanciulla alla madre, attendiamo un fiero cozzo dei due eroi; se non che, Ifigenia si rassegna, e si offre volonterosa al sacrificio.

E al sacrificio muove. Ma quando gli spettatori la credono oramai morta, sopraggiunge l’araldo, e annuncia che è stata miracolosamente salvata dalla Dea, ed è verisimilmente ascesa fra i Celesti.

Cosí, dunque, sopra tutti i momenti del mito il poeta ha