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Giunge Euristèo tratto prigioniero. Lo conduce un
messo
Ben tu lo vedi, eppure io voglio dirtelo:
a condurti Euristèo veniam, signora;
vista per te tanto inattesa quanto
fu per costui l’evento. Ei non pensava
mai di cader nelle tue mani, quando
da Micene partí, con tante schiere,
oltre giustizia presumendo, a struggere
Atene; e un Dio gli rese avverso l’esito,
la sua fortuna sperse. Ed Illo, adesso,
e Iolao valoroso, a Giove innalzano
sgominator di schiere un simulacro
per la vittoria. E a te qui m’inviarono,
a recarti costui, per farti lieta:
ché un nemico veder dalla fortuna
a disgrazia piombar, cosa è dolcissima.
alcmena
Odio mio, sei pur qui? T’ha colto infine
Giustizia. Volgi innanzi tutto il volto