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pel suo fratello vuole. Oh, qual degli uomini
mai pronunciar piú nobili parole,
compier piú generosi atti potrebbe?

iolao

Oh, non d’altronde generata, o figlia
tu fosti: nata dalla stessa d’Ercole
divina anima sei. Ben vado altero
delle parole tue; ma mi rammarico
della tua sorte; e quale a me parrebbe
miglior giustizia ora ti dico: tutte
le tue sorelle qui venir si facciano;
e quella cui designerà la sorte
muoia pei suoi; ma senza trarre sorte
giusto non è che andar tu debba a morte.

macaria

Mai non sarà che dalla sorte eletta
a morte io vada: e qual merito avrei?
Vecchio, non dire! Se gradite me,
volonterosa, io di buon grado l’anima
offro per essi; ma costretta, no.

iolao

Ahimè!
Di quelle dette or ora, anche piú nobili
queste parole sono; e tu l’ardire
superi con l’ardire, e coi propositi
i propositi egregi. E non t’esorto,
figlia a morir, né te ne fo’ divieto:
che tu, morendo, i tuoi fratelli salvi.