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GLI ERACLIDI 35


coro

E un Dio non lascerà che aiuto agli ospiti
porga questa città, che lo desidera?

iolao

Noi dunque, o figlio, a quei nocchieri simili
siam, che sfuggiti alla selvaggia furia
della burrasca, già la terra toccano,
e i venti poi di nuovo li respingono
dal continente in alto mare. Noi
parimenti cosí da questa terra
siamo respinti, quando salvi già
eravamo alla spiaggia. Ahimè! Speranza
perché cosí m’hai lusingato, quando
non dovevi i favori a fine addurre?
E scusare bisogna il suo diniego,
anche se i figli uccidere rifiuta
dei cittadini; e biasimo agli oracoli
infliggere non so, se i Numi vogliono
questa mia sorte: e in cuor la gratitudine
non è spenta però. Ma per voi, figli,
non so che cosa io debba fare. Dove
ci volgeremo? A quale ara di Numi
non cingemmo ghirlande? A quale cerchia
non venimmo di mura? Ora, perduti,
o figli, in mano dei nemici or siamo.
E nulla a me se morir debbo, importa,
tranne se qualche gioia ai miei nemici
darò morendo; ma per voi mi lagno,
per voi piango, figliuoli, e per la vecchia
del vostro padre genitrice Alcmena.