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chi pari voti ottiene. Or, d’Agamènnone
figlio, lungi di qui la tua sorella
conduci. E tu non ti crucciar, Toante.

toante

O Diva Atena, chi dei Numi i mòniti
ode, e non segue, è stolto. E non m’adiro
io con Oreste, se la santa immagine
fuggí recando, e non con sua sorella.
A che giova lottar contro i Celesti,
ch’hanno il potere? Alla tua terra réchino
l’effigie della Dea. quivi la insedino
con fausti auspici. Ed anche queste femmine,
come tu imponi, io manderò ne l’Ellade
avventurata, e frenerò le schiere
mosse contro i fuggiaschi, ed il remeggio
delle navi, se tu. Dea, lo desideri.

atena

Ed io t’approvo: ché il Destino te
domina, e i Numi. E adesso, verso Atene
spingete, o venti, il figlio d’Agamènnone.
Ed io, per tutelar la sacra immagine
di mia sorella, a lei sarò compagna.

coro

Con la buona fortuna, e felici
quando salvi pur foste, movete.