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28 EURIPIDE

Che orrori sofferse, e per poco
la sua vita non fu sterminata.

iolao

Per i figli non v’ha miglior retaggio
che nati esser da un padre insigne e prode,
da nobil madre. E chi per cieca brama
s imparenta coi tristi, io non l’approvo,
ché lascia ai figli eredità d’obbrobrio
pel suo piacer: ché nobiltà di sangue
piú dell’oscurità soccorso arreca
nelle sventure. Cosí noi, piombati
nell’estremo dei mali, abbiam trovato
questi parenti, questi amici, soli
fra tanta gente che dimora in Ellade,
surti a nostra difesa. Orvia, la destra
porgete ad essi, o figli, e a questi pargoli
voi porgete le vostre, e avvicinatevi.
Dell'amicizia loro esperimento
abbiamo fatto, o figli. Ora, se a voi
mai brilli il giorno del ritorno in patria,
se la casa e gli onor’ del padre vostro
mai riavrete, salvatori e amici
reputar li dovrete, e l’armi infeste
mai non recar contro la terra loro,
ma rammentare i benefici, e Atene
piú d’ogni altra città diletta avere.
Degni che voi lei veneriate sono
costoro, che da voi l’ira stornarono
del popolo pelasgo, e d’un tal regno,
esuli pur vedendoci e pitocchi:
eppur non v’hanno consegnati, né