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IFIGENIA IN AULIDE 169

Menelao riavere Elena possa!
Saggio mercato, una magalda a prezzo
dei figli comperar: quanto odïoso
è piú, con quanto è piú diletto. O via,
se tu in Argo mi lasci, e a campo muovi,
e lungo tempo resti lí, qual cuore
credi che il mio sarà, quando io contempli
il seggio vuoto di mia figlia, e vuota
la stanza verginale, e sempre in lagrime
soletta sederò, sempre piangendola?
— T’uccise il padre che ti generò,
non altri, o figlia, e non con altra mano.
Tal dono alla sua casa egli lasciò — .
Ma basterà lieve pretesto, ed io
tale accoglienza a te con le superstiti
figliuole mie farò, quale tu meriti.
Contro di te, pei Numi, non costringermi
ad esser trista, e tu tristo non essere.
Ahimè!
Immolerai la figlia? E che preghiera
dirai, mentre l’immoli? E che fortuna,
mentre tua figlia sgozzi, invocherai?
Un funesto ritorno, alla partenza
che turpe fu, concorde? Ed io potrei
qualche bene augurarti? Oh, dissennati
crederemmo gli Dei, se reputassimo
che gli assassini favorir potessero.
Tornato in Argo, i figli abbraccerai?
Non ti sarà concesso. E qual dei figli
vorrà guardarti, se al tuo seno accolto
un d’essi, l’uccidesti? Hai già da te
pensato a tutto questo, oppur t’importa
solo far pompa dello scettro, solo