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154 EURIPIDE

Ma su te, qualor soccorso non le dia, cadrà lo scorno:
ché se tu, con lei dal giogo nuzïal non fosti unito,
della misera fanciulla detto pur fosti marito.
Per la man tua, la tua gota, la tua madre, se perduto
m’ha il tuo nome, nel tuo nome ora sia ch’io trovi aiuto.
Poiché, tranne il tuo ginocchio, non c’è altar che m’assicuri,
non c’è amico che m’aiuti; e tu sai quanto son duri
i disegni d’Agamènnone, come atroci. E io, donna, quale
tu mi vedi, son qui giunta a un esercito navale,
non piú docile al comando, e disposto ad osar tutto
contro i duci, ov’essi indugino, ma da trarne utile frutto
sol che vogliano. Or, se cuore hai di stendermi la destra,
sono salva: se rifiuti, già perduta è Clitemnestra.

coro

È cosa grande l’esser madre: è filtro
possente in seno a tutti quanti gli esseri,
sí che pei figli ogni fatica affrontino.

achille

Pieno d’eccelso ardor l’animo mio
balza, che ognor misura serba, e quando
la sciagura l’opprime, e quando prospera
la fortuna lo esalta. E quanti nutrono
simili sensi, di lor vita guidano
diritto il corso, e lor compagno è il senno.
Giova talor non troppo essere saggi,
giova talor nutrire util pensiero.
Ed io, cresciuto in casa d’un piissimo
uom, di Chirone, i semplici costumi