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IFIGENIA IN AULIDE 127

di virtú, chi ben t’educa.
Saggezza e verecondia
sono una cosa; e pregio ha quel criterio
che il dovere sa scernere:
allor si può presumere
d’aver perenne gloria.
A virtude aspirare è sommo merito
per le donne, se valgono
schivar gli amori subdoli;
e la nativa agevole misura
dell’uom, vantaggio alla città procura.

Epodo

E tu venisti, o Pàride,
dove pastor di mandrie
crescesti, fra le candide
giovenche d'Ida; e sufolavi barbare
melodi, e sul tuo calamo
emulavi d’Olimpo i frigi flauti.
E pascevan le floride
giovenche, allor che giunsero
le tre Dive al giudizio,
e la follia t’invase,
che t’inviò ne l’Ellade,
di Menelao presso l’eburnee case.
E, d’Elena nel ciglio
figgendo il ciglio, ella d’amor fu scossa,
e sentisti anche tu la gran percossa.
Da gara nacque gara;
ed ora, e navi e cuspidi
di Troia ai danni l’Ellade prepara.