e Selène, che il lume nel rapido viaggio
spingendo, fra le tenebre
cavalcava, quel dí che l’imenèo
Argo intonava, e i fausti
voti per me, pel celebre
mio sposo Capanèo
insigne nel fulgor dell’armi bronzee!
A te, come delira
Mènade, dalla mia casa or precipito,
la fiamma della pira
cercando, ed una fossa
dove i dolor’ miei cessino,
dove finir la vita grama io possa.
Perché, quando si muoia
coi nostri cari, se tal sorte un Dèmone
ha segnata per noi, la morte è gioia.
corifea
La pira è questa, vedila, ché sopra
le muovi, a Giove sacra, ove il tuo sposo
giace, abbattuto dal baglior dei folgori.
Antistrofe
evadne
Io vedo, io vedo il termine
a cui mi trovo: il passo
mio la fortuna vigila.
Ora, per la mia gloria, giú da questo ermo sasso
balzerò con un lancio
giú nella pira; nel baglior del rogo,