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LE SUPPLICI 43

che guidare non sa neppure il proprio
razïocinio, reggere uno stato?
A insegnar tal dottrina, il tempo giova,
e non la fretta; e un povero bifolco,
anche se inculto non sarà, distolto
dal suo lavoro, agl’interessi pubblici
badare non potrà. Malanno grande
è per gli onesti, quando un uomo tristo
e venuto dal nulla, acquista credito,
e con le ciance sue dòmina il popolo.
teseo
È sottil questo araldo, e di parole
artefice sagace, anche se impronto.
Or, poiché tu proposta hai tale gara,
poiché m’inviti a tal disputa, ascoltami.
Nulla per un paese infesto è piú
d’un assoluto re. Qui, per primissima
cosa, leggi non son, per tutti uguali.
In propria casa un uomo sol detiene
le leggi, uno il potere; e l’uguaglianza
non c’è. Ma quando leggi scritte esistono,
ugual giustizia ottiene il ricco e il povero.
Il debole può allor, quando l’insultano,
rimbeccare il possente: allora il piccolo,
quando ha ragione, può vincere il grande.
Ecco che cosa è libertà: «Chi ha
qualche utile consiglio, e vuole offrirlo
alla città?». Chi se la sente, celebre
divien di colpo; e chi non se la sente,
se ne sta zitto. Uguaglïanza piú
perfetta, esiste? E dove della terra