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Torna Teseo con un araldo.
teseo
Il medesimo ufficio ognor tu presti
per Atene e per me: portar messaggi.
L’Asopo e l’acque dell’Ismèno or varca,
ed al superbo dei Cadmèi signore
parla cosí: «Tesèo ti chiede in grazia
che seppellir gli lasci i morti, e spera
tal favore ottener, poi che la terra
sua con la tua confina: e, in cambio, amica
ti sarà d’Erettèo tutta la gente»
Qualora acconsentir vogliano, tu
súbito torna: ove rifiuto oppongano,
aggiungi allor che la festosa schiera
dei miei soldati attendano. L’esercito
è tutto in punto, presso all’acque sante
del Callícoro3, e pronto alla battaglia.
Appena seppe il mio volere, Atene,
di buon grado s’accinse a questa impresa.
Ehi, chi giunge a troncar le mie parole?
Sembra, ma non ne son certo, un araldo
di Tebe. Attendi tu. Forse i disegni
miei previene, e il viaggio a te risparmia.