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coro
Bene per me, pel figlio mio, carissima,
parlasti; e ne otterrai duplice grazia.
teseo
I discorsi ch’io già feci, a proposito
di costui, sempre immoti, o madre, restano.
Il modo io dimostrai come in rovina
egli piombò pel mal consiglio. Eppure,
ciò che mi dici vedo anch’io: che al mio
costume non convien fuggir pericoli:
poiché compiute ho molte imprese, fama
è tra gli Ellèni ch’io punire debba
sempre i malvagi; e, dunque, non m’è lecito
ai perigli sottrarmi. E che direbbero
quanti mi son nemici, allor che tu,
che partorito m’hai, che sempre trepidi
per la mia vita, ad affrontar m’esorti
questo travaglio? Ed io l’affronterò.
Andrò, riscatterò le salme: prima
con le parole; e, dove non bastassero,
per forza d’armi; e allora non sarà
contro il voler dei Numi. Adesso, occorre
che tutta Atene approvi; e quando io voglia,
approverà; ma piú benigno il popolo
avrò, se accordo la parola: io queste
genti del poter mio volli partecipi,
poi che uguale concessi a tutti il voto.
Or vado all’Assemblea: sarà soggetto
del mio discorso, Adrasto; e quando il popolo
avrò convinto, i giovani piú prodi