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cinte di bende; e i Numi e questa terra
e, datrice di spighe alma, Demètra,
e la luce del Sol, fede ci facciano
che a nulla ci giovò pregare i Numi.
corifea

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che di Pèlope fu prole: noi siamo

della terra Pelopia; e abbiam, da parte
di padre, un solo sangue. Or che farai?
Senza riguardo a ciò, dalla tua terra
scaccerai le vegliarde, e nulla avranno
di quanto esse chiedeano? Oh no! La fiera
trova rifugio nello speco, il servo
presso l’ara dei Numi; e la città
cui la tempesta travagliò, ripara
alla città; ché delle umane cose
nessuna v’è felice sino al termine.
Le madri incominciano ad alzarsi.
coro
Muovi, tapina, su, di Persèfone sorgi dal sacro
suolo, alle sue ginocchia le mani protendi, e preghiera
fa’ che dei nostri figli qui adduca le salme, o tapina,
dei figli miei caduti sott’esse le mura di Cadmo.
Alle ancelle.
Ahimè, prendetemi, guidatemi, sostenetemi
le vecchie mie povere mani, dirigetemi.
Si trascinano ai piedi di Tesèo.
Per la tua gota, o caro, preclaro fra gli Èlleni tutti,
io ti scongiuro, le tue ginocchia e le mani baciando,