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IPPOLITO 283


teseo

Ahimè!

artemide

Tesèo, morde il tuo cuor questo racconto?
Resta tranquillo: assai piú dovrai piangere
udendo il resto. A te promise esplicito,
lo sai, tuo padre, esaudir tre voti.
Or l’uno d’essi, perfido, hai stornato
contro tuo figlio, e non contro un nemico,
come potevi. Il Dio del mar, tuo padre,
bene operò, che t’accordò, quand’egli
promesso avea, ciò che dovea; ma tu,
a mio giudizio e suo, fosti un malvagio,
che non le prove, e non la voce udire
dei responsi volesti, e non inchiesta
facesti, e al tempo non lasciasti il cómpito
di far la luce, e pria che non dovessi
imprecasti a tuo figlio, e l’uccidesti.

teseo

Diva, morir vorrei.

artemide

                                   Furono orribili
le colpe tue; pure, ottener perdono
anche tu puoi: ché quanto avvenne, Cípride
tutto lo volle, e l’ira sua fe’ sazia.
Perché fra i Numi è questa legge: niuno