corifea
Ahimè, preludio di sventura è questo!
teseo
Della bocca nei claustri
trattener non conviene
questo mal rovinoso, esizïale?
O Atene, o Atene!
Si volge ai coreuti.
Far vïolenza al mio talamo Ippòlito
osò, spregiò l’occhio di Giove augusto!
O padre mio Posídone, che compiere
tre dei miei voti promettesti un giorno,
con l’uno d’essi ora il mio figlio uccidi:
se la promessa tua fu pur verace,
fa’ ch’oltre questo giorno ei piú non viva.
corifea
Questo voto depreca, io te ne supplico:
ché poi vedrai come t’inganni: credimi.
teseo
Non può essere! E poi, lo bandirò
da questa terra: o l’una sorte, o l’altra
colpir lo deve: o lui spento Posídone
alle porte d’Averno invïerà,