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IPPOLITO 243


corifea

Ahimè, sciagura! Tradita tu sei!
Che mai dir ti posso?
Tu sei perduta, svelato è l’arcano.

fedra

Ahimè, ahimè!

corifea

Dagli amici tradita!

fedra

Disse il mio male, e mi perdei: benevola
fu nella cura sua, ma poco onesta.

corifea

Ed or, che potrai fare, in tal distretta?

fedra

Nulla io so, tranne un punto: a me morire
quanto prima conviene: ai mali ch’ora
soffro, la medicina unica è questa.
Fedra si gitta sul lettuccio, e rimane celata agli occhi di Ippolito, che esce quasi súbito, seguíto dalla nutrice, che tenta invano di calmarlo.