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coro

Strofe I
Amore, Amor, che stilli da le pàlpebre
il desiderio, e in cuore un piacer languido
infondi a quelli sopra cui precipiti,
deh, mai su me non voler tu con impeto
immoderato irrompere.
Poiché tanto non pènetra
del fuoco il dardo, o quel che gli astri vibrano,
quanto quello di Cípride,
cui di sua mano lancia
Amor, di Giove figlio.

Antistrofe I
Invano, invano, dell’Alfèo sui margini
e d’Apolline presso ai templi pítici
stragi di buoi l’ellèna gente accumula,
se Amore poi, che despota è degli uomini,
che d’Afrodite è germine,
che le chiavi del talamo
genïale possiede, non si venera,
che, se nei cuor’ s’insinua,