ma dell’uomo indagar convien la mente
quanto prima, e parlargli apertamente
dei casi tuoi. Ché se non fossi in tanta
calamità, se la ragione intatta
serbassi, credi tu che, per indulgere
ai tuoi piaceri, all’amor tuo, potrei
spingerti a tanto? Ma il cimento è grande,
ora: salvarti; e biasimo io non merito.
fedra
O parole esecrande! Il labbro serra:
non pronunciar piú mai turpi discorsi.
nutrice
Turpi, ma piú proficuï per te
dei virtuosi. I fatti che ti salvano,
meglio per te delle parole valgono
onde gloria con morte aver tu debba.
fedra
No, per i Numi, oltre non dir: ché belle
son le parole tue, ma disoneste.
E schiava è dell’amor l’anima mia;
e se bello a parole il mal mi fingi,
temo in esso cadere; ed io lo fuggo.
nutrice
Se cosí pensi, errar tu non dovevi.
Ma, poi ch’errasti, dammi retta, accordami