zagaglia stringendo, all’altezza
del biondo mio crine levando
la mano, scagliare
del dardo la cuspide aguzza.
nutrice
Figliuola, che vai delirando?
Di cacce che cosa t’importa?
Perché beveraggi sorgivi
vai cercando? Vicino alla reggia
è rorido il clivo
ove attingere linfe tu puoi.
fedra
Signora di Limna marina,
dei ginnasî sonori di scàlpiti,
Artèmide, oh, s’io mi trovassi
là dove i tuoi piani
si stendono, i veneti corsieri a domare!
nutrice
Insensata, che nuove parole
ti sfuggono? Or ora bramavi
cacciare le fiere pei monti,
ed ora i corsieri e le arene
immuni dai flutti desideri.
Bisogno c’è qui d’un oracolo
saggio assai, che ci dica qual Nume,
figlia mia, ti sconvolge la mente
cosí, cosí t’agita.