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ERCOLE 143

in cui fulse virtú.
Ripercorrendo l’ultimo tramite,
tornar dovrebbero del sole al raggio;
mentre i degeneri compier dovrebbero
solo un viaggio.
Fra i tristi i buoni allor si scernerebbero:
cosí nella procella
il nocchier fra le nuvole
distingue alcuna stella.
Invece, or non c’è limite
chiaro fra il buono e il tristo:
sola una vita ha l’uomo; e nel suo volgere
sol bada a fare di ricchezze acquisto.

Strofe II

Le Muse con le Càriti
io vo’ che sempre l’une con l’altre sian confuse:
dolcissimo connubio!
Vivere io mai non vo’ senza le Muse,
ma di ghirlande ognor le tempie cingere.
Gode la voce alzare per Mnemòsine
il cantore ancor vecchio:
io le vittorie d’Ercole
a cantar m’apparecchio.
Vicino a Bromio largitor di grappoli,
vicino alla settemplice
lira, ed al flauto libio,
sempre sarà che onori
le Muse onde il mio pie’ spinsi nei cori.

Antistrofe II

Le Delíadi vergini
cantano di Latona la bellissima prole,