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ERCOLE | 101 |
buon figlio, sposo fedele, tenero padre, amico devoto1. Piena di nobiltà e di simpatia la figura del vecchio Anfitrione. E anche piú alta Megara, che, se non gli cede né per devozione all’eroe, né per affetto ai fanciulli, lo supera per la sua maggior forza d’animo innanzi alla morte: finissimo tratto di penetrazione psicologica, perché, contro l’opinione convenzionale, le donne e i giovani affrontano l’ultimo destino assai piú coraggiosamente degli uomini e dei vecchi. Speciale simpatia ispirano anche i vecchi del coro; e Tèseo è perfetto prototipo di nobiltà, di magnanimità, di prodezza.
Tanto piú risulta odioso, nel suo isolamento di tristizia, il re Lico. In lui, come in altri personaggi euripidei — tipico il Menelao dell’Andromaca — vediamo delinearsi la figura del tiranno, specie di maschera scenica, e in séguito ingrediente ineliminabile della tragedia, neoclassica: quello che, a dire del Cossa,
.......spaventa |
Ai colori della efferatezza, però, Euripide, col suo grande istinto, ne mescola anche qualcuno che nella sua ferocia ha un sapor comico. Mentre Ercole, appostato nella reggia, attende Lico per ucciderlo, questi assicura che l’eroe è giú nell’Averno, e non ne tornerà piú mai.
- ↑ Nella edizione di Euripide della Società «Les belles lettres», pag. 4-5.