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ERCOLE | 99 |
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Se ora, distogliendoci dal fàscino della immediata intuizione, analizziamo l’Ercole con freddezza obiettiva, scorgiamo che l’impressione che esso produce su noi, di spontaneità e di freschezza, contrasta con la qualità del materiale che ha servito alla costruzione.
Infatti, la prima parte è una ennesima replica d’una scena assai frequente nel dramma tragico greco: supplici all’ara. La troviamo ne Le Supplici d’Eschilo, e nell’Andromaca e ne Gli Eràclidi di Euripide. E se intensifichiamo un po’ l’attenzione, in ogni parte scopriamo reminiscenze di situazioni, motivi, scene di altri drammi. I vecchi del coro, impotenti a difendere il loro re, fanno pensare a quelli dell’Agamennone. Lico attratto con l’inganno dentro la reggia, ricorda l’Egisto de Le Coefore. La scena fra Iride e Furia è ispirata, evidentemente, alla prima scena del Prometeo. Il risveglio di Ercole simiglia, ed era difficile evitarlo, a quello di Ercole ne Le Trachinie. Ed altre risonanze si potrebbero ricordare, ed altri echi, piú fievoli, e non perciò meno caratteristici, di atteggiamenti, spunti, motivi1.
E qualcuno di questi vecchi tèmi presenta certo uno svolgimento superiore ai precedenti. Cosí quello iniziale, i supplici all’ara. Situazione, abbiam vista, vecchia e tradizionale; ma in nessuno degli altri svolgimenti appare spinta a tal grado d’efficienza: in nessuno il nemico è tanto minaccioso, né il danno tanto vicino, in nessuno i perseguitati ispirano la pietà a cui qui c’inducono i teneri figli del piú grande eroe dell’Ellade. Ma in altri, scàpita Euripide. Per esempio, la scena tra Furia ed Iride, a considerarla intrinsecamente, è una pa-
- ↑ La maggior parte sono registrati nell’opera del Patin, pag. 31 sg.