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MEDEA 47

d’altri figliuoli? A me convien coi figli
venturi avvantaggiar quelli che vivono.
Il mio consiglio errato fu? Neppure
tu lo diresti, se il rodío non fosse
del talamo: ché voi, femmine, a tanto
giungete: che vi sembra ogni fortuna
avere attinta, sin che salvo è il talamo;
ma se sventura a quello incoglie, cosa
non v’è, sia pur buonissima, bellissima,
che la piú infesta non vi sembri. Oh!, gli uomini
altronde generar figli dovrebbero,
donde che fosse, e non esister femmine.
Nessun malanno allora avrebber gli uomini.

coro

Giasone, adorno il tuo discorso fu;
ma, pur se debbo contraddirti, io penso
che nel tradir la sposa, ingiusto sei.

medea

In molti punti, da molti degli uomini
io son diversa. Per me, quel ribaldo
che da natura ebbe facondia, merita
maggior castigo: l’ingiustizia rendere
bella ei presume con l’eloquio, e ardisce
ogni empietà. Ma povera saggezza
è infin la sua. Come ora tu. Garbato
non volere con me mostrarti, ed abile
favellatore: una parola sola
t’abbatterà. Se tu non fossi stato
un malvagio qual sei, sol dopo avermi