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MEDEA | 37 |
del nostro esilio, e per i figli miei
il viatico appresti, ora che il padre
di provvedere ai figli suoi non cura.
Abbi pietà di loro: anche tu sei
padre; e devi per loro esser benevolo.
Non mi curo di me, se in bando io vado;
ma la sventura che li coglie, lagrimo.
creonte
Punto l’umore mio non è tirannico,
e spesso per pietà feci il mio male.
Ed or vedo che sbaglio, o donna; eppure
ciò che brami, otterrai; ma ti prevengo:
se la vampa del sol, dimani al sorgere
vedrà te coi tuoi figli in questa terra,
tu morrai: non sarà vana parola.
Esce.
coro
O donna infelice,
ahi, ahi, le tue doglie ti rendono
ben misera. Dove potrai
rivolgerti? In quale ospitale
o terra o magione,
rifugio dai mal’ troverai?
In qual gorgo di mali, o Medea,
invisibili, un Dio ti sospinse?
medea
Il mal mi stringe da ogni parte: chi
potrà negarlo? Eppure, questo l’esito