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LE FENICIE 277


tiresia

Ad altri spetta farlo: io l’avrò detto.

creonte

D’onde tal male al figlio, a me provenne?

tiresia

Onesta è la domanda, e a buon diritto
tu m’inviti a parlar. Deve costui,
nello speco sgozzato, ove, custode
delle Ninfe Dircèe, visse il terrígeno
dragone, offrire il suo purpureo sangue,
sacro libarne al suol di Cadmo, l’ire
di Marte antiche ad espïar, che vendica
del dragone la morte. Ed alleato,
se ciò farete, avrete ognora Marte.
E se, frutto per frutto, umano sangue
per sangue, avrà la terra, ognor benevolo
il suolo a voi sarà, che un dí la spiga
degli Sparti vi diede elmetti d’oro;
ed un figlio morir deve che nato
sia dalla stirpe che dai denti avulsi
crebbe del drago. Or tu solo rimani
di quella stirpe germine incorrotto
e di padre e di madre, e i tuoi figliuoli.
Ma, che s’immoli Emóne proibiscono
le nozze: piú garzone egli non è:
ché, se non giacque con la sposa, il talamo