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Giunge Tiresia, guidato da un fanciullo. Cinge una corona d’oro. Lo accompagna anche Meneceo.

tiresia

Guidami, o figlio, avanza. Al cieco piede
occhio sei tu, come ai nocchieri un astro:
volgi i miei piedi ove pianeggia il suolo,
ché cader non si debba, e innanzi muovi.
Non ha piú forza, il padre. E le assicelle
ove i responsi degli uccelli scrissi
dal sacro seggio, ov’io traggo gli oracoli,
tu custodisci nelle man’ virginee. —
O figliuol di Creonte, o Menecèo,
dimmi quanta ancor via resta per giungere
a Tebe, al padre tuo: stanco è il ginocchio
mio, che mal regge ad un assiduo passo.

creonte

Fa’ cuor Tiresia: ché agli amici presso
approda il piede tuo. Figlio, sorreggilo:
ché quasi un carro è il pie’ dei vecchi, e attende
l’aiuto d’altrui man che lo sospinga.