Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/262



Entra Eteocle, accompagnato da servi.

eteocle

Va’ tu, fa’ qui venir Creonte, il figlio
di Menecèo, fratello di mia madre
Giocasta, e digli ch’io bramo con lui
sovra i pubblici affari e sui domestici
tener consulto, prima che si schierino
le genti a pugna. No, rimani, affranca
da fatica i tuoi piedi: egli medesimo
verso le case mie vedo che avanza.

creonte

Per molti luoghi mossi, Etèocle re,
ché d’uopo ho di vederti; e delle mura,
delle scolte, a cercarti, il giro feci.

eteocle

E anch’io, Creonte, di parlarti ho d’uopo;
ch’io m’abboccai con Polinice, e vidi
quanto venire a patti era impossibile.