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giocasta

O tu che in ciel solchi la via degli astri,
o tu che muovi sopra il cocchio d’oro,
o Sol che sovra rapide puledre
rechi attorno la fiamma, oh, come infausto
sopra Tebe quel dí scagliasti i raggi,
quando, lasciata la fenicia terra
cinta dal mare, a questo suolo giunse
Cadmo, che sposa ebbe Armonia, di Cípride
la figlia, e Polidòro generò,
da cui si narra che nascesse Làbdaco,
e da Làbdaco Laio. Ed io son detta
figlia di Menecèo (Creonte nacque
dalla mia stessa madre, è mio fratello),
e mi chiaman Giocasta: a me tal nome
il padre impose. E Laio mi sposò.
E poi che a lungo senza prole il talamo
nuzïale rimase, a Febo andò,
la ragion glie ne chiese, e maschia prole
implorò, che da lui nata e da me,
popolasse la reggia. E il Dio rispose:
«Non seminare dei figliuoli il solco
senza il volere dei Celesti: ché