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convien piegarsi al Fato, anche se grave.
Per lei gradisci questi doni. Ed ella
sotterra scenda. Onore abbia la salma
di lei, che die’ la sua per la tua vita;
e non permise ch’io privo dei figli
restassi, e senza te mi consumassi
in dogliosa vecchiezza; e con quest’atto,
nobile tutta la femminea stirpe
e illustre ha reso. — O tu, che salvo il figlio
hai fatto, noi cadenti hai sollevati,
salve! Prospera sorte anche in Averno
t’arrida. Oh!, tali spose sceglier gli uomini
dovrebbero; o non mai stringere nozze.

admeto

Invito io non ti feci a queste esequie,
né so dir grata la presenza tua.
Dei doni tuoi costei non s’ornerà:
senza nulla di tuo sarà sepolta.
Quando presso alla morte ero, dovevi
crucciarti del mio cruccio. Allor, da parte
rimanesti, lasciasti che per me
morisse un altro, un giovine, tu vecchio.
Ed or su questa morta versi lagrime?
No, padre mio non sei, quella che chiamano
mia madre, a luce non mi die’. D’un servo
io sono sangue, e al sen della tua donna,
di sotterfugio avvicinato fui.
Arrivato al cimento, hai ben mostrato
chi sei: d’essere tuo sangue non credo.
Pusillanime sei come niun altri,
che, cosí grave d’anni, giunto al termine