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154 | EURIPIDE |
ercole
Il travaglio che dici, è quale il Dèmone
li serba a me: duro, a meta ardua volto,
se coi figli di Marte appiccar zuffa
io devo sempre. Con Licóne12 prima,
poscia con Cigno; e in questo terzo agone,
tali cavalli e tal signore affronto.
Ma nessuno vedrà che tremi il figlio
d’Alcmèna pel valor dei suoi nemici.
primo corifeo
Ercole, vedi! Il re di questa terra,
Admèto, dalla sua reggia s’avanza.
Entra Admeto.
admeto
Stirpe di Giove e di Persèo, salute!
ercole
E a te salute, o Admèto, o re dei Tessali!
admeto
Salute avessi, come tu me l’auguri!
ercole
Che avvenne? A che le chiome hai rase a lutto?