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ALCESTI 135


d’Admeto, e a lui lo porgi. Un’altra volta
già tu lo rinvenisti.
Giungi anche adesso, giungi,
frena Averno sanguineo,
e la morte tien lungi.

A

Ahimè, ahimè! Che sposa a te s’invola,
o figliuol di Ferete! Ahi, sventura, sventura!

B

Stringere ei non dovrebbe alla sua gola
laccio funesto, o spegnersi di morte anche piú dura?

C

La tua, cara non dico, carissima consorte,
veder dovrai quest’oggi cader preda alla morte.

secondo corifeo

Antistrofe
Oh vedi, vedi!
Esce già dalla reggia anche il signore.
Ulula, piangi tu, suolo di Fere!
Dal morbo la migliore
delle donne consunta,
per sotterraneo valico
nel buio Averno è giunta.