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ALCESTI 117


alla critica allora predominante sarebbe sembrato una bestemmia: l’Alcesti è il capolavoro d’Euripide.

Mi pare che oggi convenga, sia pure con le debite limitazioni, formulare un giudizio non troppo lontano dal suo. Ma ci spianano la via a pronunciarlo innumerevoli cognizioni ed esperienze dell’antica poesia greca, delle quali Vittorio Alfieri non aveva e non poteva avere il menomo sentore. Non dimentichiamolo. E convinciamoci, anche una volta, che in problemi d’arte la verità la vedono meglio e prima di tutti gli artisti, i poeti. E non già per effetto di lunghe elucubrazioni, bensí della divina intuizione, che opera con la rapidità e la luce della folgore.