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LE BACCANTI 23

Infatti il punto capitale su cui si picchia e si ripicchia è che gli uomini si debbono astenere da ogni sottigliezza.

197. Né intorno a lor sottilizziam. Le avite
credenze, antiche quanto il tempo stesso,
niun argomento abbatterà, per quanto
si stilli acume da sottili menti.
380. Savio non è chi troppo è savio, e l’occhio
oltre agli umani limiti
volge.
410. Ben saggia cosa «l’intelletto e l’anima
lunge tener da gli uomini
che presumono troppo.
877. Mai nulla che travalichi
le antiche leggi non si brami e investighi.
896. Ma chi felice vive del fuggevole
giorno, beato io reputo.

Ora, tutti questi appunti non possono toccare il povero Penteo. Al massimo pecca di prosunzione. Ma questa prosunzione non deriva da speculazione filosofica; né si potrebbe dire che il misero sottilizzi mai. Non travalica le antiche leggi, anzi si oppone alle nuove. E abbastanza strano è che Cadmo parli di credenze antiche quanto il tempo stesso, giusto a proposito di un Nume nuovissimo.

In realtà, questa polemica non parrebbe diretta contro la prosunzione di Pentèo, bensí contro la prosunzione dei filosofi coetanei d’Euripide e contro la loro mania di speculare e sottilizzare. E poiché Euripide appartenne anch’egli alla loro schiera, e con le sottili sue lucubrazioni aduggiò spesso i suoi