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XLVI | EURIPIDE |
descrittiva o pittorica d’Euripide un elemento caratterizzante dei suoi drammi.
Le descrizioni appaiono specialmente in due uffici.
Primo, nel racconto del messo. Questo racconto manca in parecchi drammi di Eschilo e di Sofocle. Ma in Euripide non manca mai, tranne nell’Alcesti, che va però considerata sotto una luce speciale (vedi introduzione). Esso è divenuto parte canonica del dramma, come per Eschilo poteva essere la pàrodos; e lo integra, descrivendo fatti avvenuti lungi dagli occhi degli spettatori. E queste narrazioni hanno in Euripide uno stile speciale, che sarà piú oltre descritto, e che, rendendo la descrizione emula della rappresentazione, diviene importantissimo elemento d’integrazione e indice caratteristico.
Secondo, nelle descrizioni che servono alla integrazione scenica. Non sappiamo precisamente quale fosse la scena ai tempi d’Euripide; ma certo possiamo supporla non troppo ricca di particolari. Una quantità, invece, di particolari che non apparivano, e forse non erano esprimibili nella materiale scenografia, venivano suggeriti dalla parola del poeta, e cooperavano a rendere colorito ed evidente agli occhi degli spettatori il gran quadro del dramma. Il lettore li rileverà facilmente scorrendo le tragedie; e i piú significativi troverà via via specificati nelle rispettive introduzioni.
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E, come ho accennato, non solo la quantità e la coscienza imprimono nelle descrizioni euripidee questo carattere d’integrazione drammatica; bensí anche, e, quasi, soprattutto, il loro speciale carattere.
Euripide, come tutti sanno, da giovine fu pittore. Questa sua antica ispirazione, e l’effetto dei suoi studii si sentono di continuo in tutte le sue descrizioni.