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XL | EURIPIDE |
moteo. E che Euripide avesse il dono della melodia profondamente espressiva, risulta già dal frammentino dell’Oreste. E saranno certo state cantate con tutti i lenocinii dell’arte, da artisti prediletti. Come resistere a tanti fàscini riuniti? Come distinguere la speciosità dalla reale essenza?
Ma neanche mancava chi sapesse veder giusto. L’entusiasmo per le nuove forme non era davvero universale. C’erano assai dissidenti e nemici. E tutti li rappresenta ai nostri occhi Aristofane, con le sue parodie, e le sue critiche, che sotto la buccia scherzosa nascondono un fondo di verità serio e profondo.
E se badiamo alla palinodia artistica che si palesa, non solo nelle Baccanti, bensí anche, sebbene non cosí radicalmente, nella Ifigenia in Aulide e nelle Fenicie, dobbiamo concludere che fra quei dissidenti si schierò, nell’ultima fase della sua arte, perfino lo stesso Euripide.
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Quando si parla di elementi integrali del dramma greco, vien subito in mente la parte lirica. Tramite del lirismo nella tragedia era il coro, primo nucleo e generatore della tragedia. Ma dalla sede corale trasmigrò via via nel kommós, nelle monodie, e un po’ in ogni parte del dramma, imprimendovi il suo sigillo.
Se esaminiamo il lirismo di Euripide, troviamo che esso è costituito, su per giú, degli stessi elementi che costituivano il lirismo di Eschilo e di Sofocle:
- a) riflessioni e commenti etici sugli eventi del dramma;
- c) effusioni propriamente liriche.
- b) rievocazioni di antefatti mitici;
Se non che, il tòno fa la musica. In Euripide i commenti etici non presentano né la connessione stretta ed appassionata