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IONE 261

figlio del Nume fossi detto, erede
esser potuto non avresti, senza
nome di padre. E come, ov’io le nozze
tenni nascoste, anzi cercai d’ucciderti?
A un altro padre pel tuo ben ti diede.

ione

Non prenderò la cosa alla leggera;
ma nel tempio entrerò, consulterò
Febo, se figlio son suo, se d’un uomo.
Sul fastigio del tempio appare Atena.

Oh! Qual dei Numi all’odoroso tempio
il suo volto di sole in vetta mostra?
Fuggiamo, o madre mia, ché non dovessimo
veder dei Numi i proibiti arcani.

atena

Non fuggite: ché a voi non son nemica,
ma vostra amica; ed in Atene, e qui
quella io sono onde nome ha la tua terra:
Pàllade Atena. E qui son corsa in fretta,
per mandato d’Apollo: esso in persona
non credè bene giungere al cospetto
vostro, ché in ballo non tornasse il biasimo
di ciò che è stato; ed invia me, ch’esponga
ciò che vuol dire: che costei concetto
t'ebbe da Febo; e che t’ha dato il Nume
a chi t'ha dato, e che non è tuo padre,
per introdurti in una casa nobile;