ione
Dolcissime parole, ove sian vere!
creusa
Con queste bende ch’io sopra i pettini
tessei virginei, t’avvolsi, o figlio.
Ma non io ti lavai, non t’ebbi meco
né mai suggesti il mio latte materno.
Ma degli aligeri nel vuoto speco
t’offersi ai rostri, vittima ed epula
da me gittato fosti all’Averno.
ione
Fu, madre, ardir crudele!
creusa
Nello spavento, figlio, irretita,
io feci getto della tua vita.
Contro mia voglia ti diedi a morte.
ione
E or or da me pativi un’empia sorte.
creusa
Ahimè, terribili fûr quegli eventi,
questi terribili! Siamo dall’una