Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/303

234 EURIPIDE

e diede un grido: «E qual dunque degli uomini
uccidere mi volle? O vecchio, dillo,
ché l’insidia tua fu, ché dalle mani
tue ricevei la coppa». E per il vecchio
braccio l’afferra súbito, e lo fruga,
se può sul fatto coglierlo, che indosso
rechi il veleno. E fu scoperto. E a stento,
costretto a forza, rivelò l’ardire
di Creúsa e la trama. Ed il fanciullo
designato da Febo, i convitati
tutti raccolse, e corse fuori, e, giunto
di Delfo innanzi agli ottimati, disse:
«O veneranda terra, a me la figlia
d’Erettèo, stranïera, con un tòssico
tramò la morte». E i principi di Delfo,
non già con un sol voto, stabilirono
che la Signora mia morir dovesse
sotto le pietre, perché volle uccidere
un ministro del Dio, tese l’insidia
nel tempio stesso. E lutta la città
lei va cercando, che con passo infausto
infausta via batte’. Ch’ella da Febo
venne per ottener pargoli; e priva
restò dei figli e della propria vita.
Parte.