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coro
Strofe I
Enodía, che nascesti da Dèmetra,
che ai notturni viaggi ognor vigile
e ai dïurni presiedi, sul tramite
spingi, dove lo spinse la nobile
mia signora, il mortifero calice
ove il sangue ella infuse, di Gòrgone
dalle fauci stillato, a sterminio
di colui che s’intruse d’Erètteo
nelle case. Oh, niun sia che mai guidi
questa nostra città, s'egli estraneo,
se non è dei beati Erettídi.

Antistrofe I
Se la mèta e i disegni falliscono
della nostra Signora, ed all’impeto
manchi l’ora opportuna, quando írrita
sia la speme, un pugnale, o alle fauci
stretto un laccio, troncando lo spasimo
con lo spasimo, a foggia dissimile
la vedremo di vita discendere.
Ma patir, sin che vive, le fulgide