possedesti, o sciagura di me!
Me misera! Ed ecco, perduto,
rapito fu a volo,
fu pasto d’aligeri
mio figlio; e tu, intanto, fai gemere
la tua cétera, e intoni i peani.
Epodo
Ehi là, di Latona figliuolo,
dico a te che i responsi partisci
sopra i seggi dorati, e le sedi
della terra centrali: alle orecchie
la mia voce farò che ti suoni.
Ehi là, seduttore malvagio,
che sino alla casa
del mio sposo, che grazia veruna
non ha presso te,
conduci un figliuolo.
E il mio figlio, il tuo figlio è perduto,
degli alati fu preda, e le fasce
che la madre gli cinse, perde’.
Te Delo aborrisce, te i rami
del lauro, vicino alla palma
dalla morbida chioma, ove Lato
die’ a luce la sacra sua prole
concetta da Giove.
coro
Ahimè, di mali qual profluvio s’apre,
per cui tutti versar dovranno lagrime!