Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/229

160 EURIPIDE

tempio d’Apollo, ad un ricordo antico
io corsi: pure essendo qui, la mente
restava in patria. Ahimè, donne infelici!
O soprusi dei Numi! E che? Giustizia
dove trovare piú, quando ci strugge
l’iniquità di quelii che comandano?

ione

Perché disperi, e parli oscuri detti?

creusa

Nulla! Il dardo ho lanciato. Il resto ascondere
vo’ nel silenzio; e tu cura non dartene.

ione

Chi sei tu? Donde giungi? E da qual padre
sei nata? E quale il nome onde io t’appelli?

creusa

Creúsa è il nome mio: d’Erettèo nacqui;
mia terra patria è la città d’Atene.

ione

Celebre la città, nobili sono
i padri tuoi: come t’ammiro, o donna!